Centosessantatré anni fa l’arrivo delle suore a Canepina

Madre Assunta Tenenti, suor Maria Lombardo e suor Flora Giordani con le loro consorelle hanno segnato per decenni la storia di paese istruendo ed educando migliaia di bambini

SECONDA PARTE

A sinistra suor Flora, dietro di lei don Mariano Pelliccioni, all’epoca seminarista, al centro don Enzo Aquilani, da poco parroco di Canepina, con un gruppo di carmelitane

 

Madre Assunta Tenenti, per oltre 40 anni a Canepina, dove ha voluto essere sepolta.

CANEPINA – Sono state veri e propri punti di riferimento per tutta la popolazione, spesso anche per coloro che si dichiaravano apertamente laici, le suore del Preziosissimo Sangue che si sono alternate a Canepina dal 9 novembre 1857 al 1897 e poi dal 1922 al 2012. Il nome che più d’ogni altro è entrato nel «mito», lasciando un segno indelebile tra i canepinesi, è quello di madre Assunta Tenenti. La «Presidente» per antonomasia. Nata a Roma l’8 agosto 1884, entrata in convento a 16 anni, ha svolto gran parte del suo apostolato a Canepina. Luogo in cui scelse di essere sepolta. Quando, nel giugno 1964, la sua salma fu trasportata in paese, un numero impressionante di persone l’accompagnò al cimitero. Tanto che quello di madre Tenenti è ancora ricordato come il più partecipato corteo funebre svolto a Canepina a memoria d’uomo.

La cappella delle suore del Preziosissimo Sangue nel cimitero di Canepina.

Nel corso dei circa 50 anni vissuti in paese, dapprima come insegnante e poi come superiora della casa (ruolo nella nomenclatura della Congregazione del Preziosissimo Sangue si chiama presidente), promosse una lunga serie di iniziative a favore dei bambini e delle ragazze. Riorganizzò e adeguò la scuola di lavoro che le sue predecessore avevano aperto durante la loro prima permanenza, dal 1857 al 1897, insegnando a decine di giovani il ricamo, il cucito e la cucina; creò, come stabiliva lo statuto dell’Ente Asilo, «un ricovero per vecchi inabili al lavoro». Nel 1954 sì adoperò per rendere operativo il nuovo statuto dell’asilo infantile, trasformato in ente morale, introducendo nuovi metodi di insegnamento. Nello stesso periodo incrementò l’attività con le collaborazione con le due parrocchie (oltre alla Collegiata c’era quella di San Michele Arcangelo), animando insieme con le consorelle tutte le ricorrenze religiose del paese. Oltre all’intenso lavoro per così dire «d’istituto», madre Assunta Tenenti e le altre suore svolsero un’intensa attività caritatevole discreta e diffusa, aiutando molte famiglie in difficoltà economica e non solo. Un’attività che si fece serrata durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e nei terrificanti mesi successivi al bombardamento che devastò Canepina uccidendo 115 persone. Quasi tutti i numerosi bambini morti sotto le macerie erano stati suoi allievi. Le suore garantirono ospitalità, cibo e assistenza a molte ragazze rimaste orfane e senza casa.

L’opera di suor Assunta e delle sue consorelle proseguì negli anni successivi con la stessa intensità finché, nel 1958, una notizia scosse il paese, suscitando da un lato gioia e dall’altro tristezza: «Madre Teresa è stata nominata Superiora della Provincia religiosa di Roma». Un incarico importantissimo che, ovviamente, la portò lontano da Canepina. Ruolo che tenne per sei anni, fino al 1964, anno della morte. Infine, come ella stessa aveva chiesto, il 3 luglio dello stesso anno, giorno del trigesimo, la sua salma fu trasportata a Canepina e sepolta nella cappella riservata alle suore del Preziosissimo Sangue.

Molto incisiva fu anche la sua attività pastorale, tanto che ben sei ragazze di Canepina entrarono nei vari conventi del Preziosissimo Sangue e presero i voti: Clementina Raggi, Assunta Fanelli, Annunziata Moneta, Marcella Mechelli, Letizia Ferri ed Egle Moretti. Tre di loro, oggi ultraottantenni, sono ancora in vita: suor Assunta Fanelli, suor Letizia Ferri ed Egle Moretti.

Suor Maria Lombardo impartisce la comunione nella Collegiata di Santa Maria Assunta nel 2008.

Alcuni anni dopo la morte di madre Tenenti, a Canepina giunse una suora dalla figura minuta, dotata di una vitalità insospettata e di un’intelligenza vivida. Si chiamava suor Maria Lombardo, era nata in provincia di Avellino ed era entrata in convento poco più che adolescente. Ella riuscì immediatamente a entrare in empatia con i giovani del paese. Quest’ultimi capirono di trovarsi davanti a una personalità al passo con i tempi, una «sessantottina» per dirla con un’iperbole. Il convento, o meglio la «casa» come la chiamavano le suore, diventò una fucina di iniziative: teatro, musica, convegni e molto altro. Per una felice congiunzione, l’allora giovane parroco di Canepina don Enzo Aquilani era a sua volta un prete di ampie vedute, così tra la casa delle suore e la parrocchia si creò un connubio in grado d’imprimere una significativa scossa alla realtà locale, ripiegata su se stessa, riottosa, o spaventata, davanti alle novità. Per inciso don Enzo pagherà a caro prezzo la sua franchezza e la sua onestà intellettuale: contro di lui si scatenò una squallida faida politica che ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà una delle pagine più nere della storia di Canepina.

Suor Maria con alcune bambine durante la sua prima permanenza a Canepina alla fine degli anni ’60.

Dopo alcuni anni di permanenza, suor Maria Lombardo fu nominata Presidente e un’altra casa e dovette lasciare Canepina. Vi farà ritorno molti anni dopo, nel 2006. Concludeva tutte le sue lunghe e faticose giornate con una visita ai malati e alle persone sofferenti del paese. Purtroppo, l’attendeva un destino crudele. Il 5 settembre 2011, suor Maria si recò a Carpi, in provincia di Modena, per trascorrere qualche giorno con la sorella e il cognato. Il 9 avrebbe dovuto fare rientro a Canepina.  Ma fu travolta e uccisa da una moto di grossa cilindrata in via Roosevelt, mentre passeggiava insieme con la sorella Claudia, 80enne, e al cognato Achille Carpenito, 84enne, entrambi rimasti gravemente feriti. Per suor Maria Lombardo non ci fu nulla da fare. Classe 1933, originaria di Santa Paolina, nell’Avellinese, suor Maria avrebbe compiuto 78 anni pochi giorni dopo. Con la sua morte ebbe fine la storia delle suore del Preziosissimo Sangue a Canepina. Storia durata complessivamente ben 130 anni. La congregazione non avendo religiose da inviare in paese, nel 2012 chiuse definitivamente la casa.

Suor Flora Giordani ha svolto quasi tutto il suo apostolato a Canepina.

Tra madre Tenenti e suor Maria Lombardo, c’è stata un’altra suora che i canepinesi hanno sentito e sentono tuttora una di loro: suor Flora Giordani. Alta, bellissima, dallo sguardo arguto e fulminante, riuscì in poco tempo a conquistare tutti. Suor Flora, tra l’altro, dovette gestire il progressivo smantellamento dell’asilo assegnato alle suore fin dal 1857 e lo scioglimento dell’Ente che, sotto diverse figure giuridiche, aveva provveduto al sostentamento. Anche in questo delicato passaggio s’insinuarono tensioni politiche da «guerra fredda», che suor Flora e le sue consorelle riuscirono con abilità a tener lontane dalla loro casa. Passata all’insegnamento statale nella scuola dell’infanzia suor Flora continuò a formare intere generazioni di canepinesi.

L’animazione e l’organizzazione degli eventi religiosi sono state le altre attività pubbliche di suor Flora. Con uno sguardo riusciva a ristabilire l’ordine e a richiamare l’attenzione tra i bambini. A ogni richiamo faceva seguire un abbraccio o una carezza. Acutissime le battute con cui riusciva a sciogliere ogni tensione. Altrettanto importante è stata la sua attività «riservata» a favore delle persone in difficoltà e degli ammalati.

La lapide posta dalla comunità di Canepina nella tomba di suor Flora Giordani.

Anche nell’ultimo periodo di permanenza a Canepina, nonostante il suo fisico fosse minato dalla malattia, ha continuato a svolgere il suo apostolato con immutata dedizione. Infine, il 5 gennaio 2006, la morte. Aveva compiuto 75 anni da pochi giorni. La commozione in paese fu fortissima. L’amministrazione comunale si rese disponibile a mettere a sua disposizione una tomba nel cimitero di Canepina, ma i famigliari preferirono farla seppellire nel suo paese d’origine, in Abruzzo. La comunità di Canepina ha fatto affiggere nella sua tomba una lapide in marmo in cui esprime tutto il suo riconoscimento e la gratitudine nei suoi confronti. Ci sono ancora giovani o meno giovani canepinesi che, dovendosi recare in Abruzzo, compiono una deviazione per recarsi a far visita alla sua tomba.

Per anni, l’amministrazione comunale ha tenuto i locali del lato sud del convento a disposizione del Preziosissimo Sangue, qualora avesse deciso di riaprire la casa di Canepina, inaugurata nel 1857 dalla fondatrice Santa Maria De Mattias. Ma nel frattempo la Congregazione ha dovuto chiudere la stragrande maggioranza delle sedi in tutto il Viterbese e non solo.

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