Il Cardinale Egidio è nato a Canepina, ecco le prove…
Lo svela uno dei massimi intellettuali del Rinascimento, coevo e conoscente del grande umanista e filosofo nato nel 1469 da Lorenzo Antonini e Maria Testa, entrambi canepinesi
CANEPINA – L’antiqua desputatione sul luogo di nascita di Egidio, il celebre cardinale ritenuto uno dei più importanti intellettuali del Rinascimento, nato nel 1469 da Lorenzo Antonini e Maria Testa, si conclude definitivamente a favore di Canepina. Lo svela in modo incontrovertibile un altissimo e famoso prelato coevo e, con tutta probabilità, conoscente di Egidio. La prova, scovata in un antico libro, dimostra che Egidio da Viterbo non è mai esistito e che è invece esistito Egidio da Canepina.
“Frate Egidio da Canepina picciol castello del Viterbese, fu ignobile e povero, ma eloquente per natura, e dotto per studio delle buone scienze, particolarmente della Theologia, che imparò nel convento; essendo Frate de gli Eremitani, fu fatto lor ministro Generale; et da Lione Decimo Cardinale, dipoi Legato in Spagna”. Questa frase, tanto scarna quanto assertiva, è stata scritta da Hironimo Galimberto (Girolamo Carimberti), anch’esso famoso e importante uomo di cultura rinascimentale, ed è contenuta nel libro “La prima parte delle vite, overo fatti memorabili d’alcuni, et di tutti i cardinali passati”, stampato a Venezia nel 1567, presso Garbiel Giolito De’ Ferrari. Quando il libro fu fato alle stampe Egidio era morto da 35 anni, ma l’autore, come si vedrà, è assolutamente attendibile.
Chi era Girolamo Garimberti e perché la sua asserzione sul luogo di nascita di Egidio è incontestabile?
- Garimberti nasce a Parma il 5 luglio 1506, quando Egidio aveva 37 anni;
- durante il pontificato di Paolo III (Alessandro Farnese, Canino 29 febbraio 1468 – Roma 10 novembre 1549) Garimberti entra nell’entourage del cardinal nipote Alessandro Farnese, intraprende un’intesa attività culturale e allaccia contatti con il filosofo Antonio Bernardi, Bernardo Tasso, Claudio Tolomei e Pietro Aretino e avvia una produzione letteraria di primo rilievo;
- nel 1525, a soli 19 anni, Garimberti intraprende la carriera nella Curia Pontificia, tanto che 2 anni dopo accompagna Clemente VII a Orvieto, in fuga dal sacco di Roma;
- con l’elezione di Pio IV, alla fine del 1559, Garimberti è ammesso tra i canonici di san Pietro e il 17 marzo 1563 è consacrato vescovo della diocesi di Gallese, istituita per l’occasione, sottraendo alcuni territori dalla diocesi di Civita Castellana. Nello stesso tempo ottiene anche la carica di vicario della basilica di san Giovanni in Laterano, che terrà fino al 1575, anno della sua morte;
- Egidio, che dal 1517 era già stato nominato cardinale da papa Leone X, è uno dei più importati e influenti prelati della chiesa cattolica e lo sarà fino al 1532, anno della morte, avvenuta proprio in Viticano;
- nel 1523, Adriano VI, successore di Leone X, nomina Egidio vescovo della diocesi di Viterbo, patriarca latino di Costantinopoli e amministratore apostolico della diocesi di Zara.
- Fino al 1532 Egidio è un assiduo frequentare della curia papale, per la quale compie numerose missioni in tutta Europa, così come dal 1525 in poi lo è Garimberti, è quindi ragionevolmente presumibile che i due si siano conosciuti e frequentati.
Ecco perché quando scrive: “Frate Egidio da Canepina picciol castello del Viterbese…” Garimberti è assolutamente credibile.
Vieppiù, 159 anni dopo, esattamente nel 1743, Giusto Fontanini, colto prelato e famoso bibliofilo, pubblicherà il duo libro più famoso: “Biblioteca dell’eloquenza italiana” e nel secondo tomo, a proposito di Egidio scrive: “… è detto da Viterbo benché fosse di Canepina”. Anche in questo caso è bene soffermarsi brevemente sulle ragioni che rendono assolutamente credile l’asserzione di Fontanini sul luogo d’origine di Egidio.
- nato a San Daniele del Friuli il 30 ottobre 1666, morto a Roma il 17 aprile 1736, Fontanini diventa un celebre arcivescovo e storico;
- nel 1708 è protagonista di una forte controversia tra la Santa Sede e gli Estensi (appena tornati a Modena) per il possesso di Comacchio, che Giuseppe I aveva occupato rivendicandola all’Impero e alla Casa d’Este. Il conflitto fu molto acceso, soprattutto da parte del Fontanini che difendeva le posizione Papato;
- Per l’occasione Fontanini ha libero acceso ai documenti vaticani venendo così in possesso d’innumerevoli testi e documenti. Compone numerose opere erudite quali “De antiquitatibus Hortae coloniae Etruscorum” (1708), “Dissertatio de corona ferrea langobardorum, delle masnade ed altri servi secondo l’uso dei Longobardi”. Ma la sua opera più importante, come detto, è la “Biblioteca dell’eloquenza italiana”(1726), una bibliografia delle lettere, che fu più tardi integrata dallo storico e poeta Apostolo Zeno (1753). L’importanza di questo volume è evidenziata nel sottotitolo: “Dove ordinatamente sono disposte le opere stampate in nostra lingua volgare sopra le discipline e le materie principali”. Una classificazione del sapere, quindi, ma con un rivoluzionario piano linguistico: il volgare, ormai, è lingua nazionale.
- La grande importanza del materiale storico raccolto costituisce la più grande testimonianza di quanto Fontanini sia riconosciuto uno dei più considerevoli intellettuali del suo tempo. Tutti elementi questi ultimi che inducono a ritenere fondate le sue affermazioni oltre ogni ragionevole dubbio.
Resta da capire perché Egidio è detto da Viterbo e non da Canepina. Una prima risposta, si può trovare in un’antica usanza dei frati Eremitiani (poi chiamati Agostiniani). Al contrario dei francescani, che chiamavano i loro frati con il loro nome seguita dalla preposizione “da” e infine dal toponimo di nascita (Francesco d’Assisi, Pio da Pietralcina eccetera), gli Eremitani erano soliti chiamare i loro esponenti con il nome proprio, la preposizione “da” seguita dal toponimo del luogo in cui operavano. Quindi, stando a questa logica san Pio, se fosse stato un Eremitano, si sarebbe chiamato san Pio san Giovanni Rotondo, luogo in cui ha sempre svolto il suo apostolato e dove sorge il santuario a lui Dedicato. Così potrebbe essere stato per Egidio, che oltre ad aver studiato nel convento degli Eremitani della Trinità, è stato a lungo cardinale di Viterbo, sebbene sommasse a sé numerosi incarichi per conto dei papi della sua epoca.
Un’altra spiegazione, più prosaica ma suffragata da altri illustri precedenti, va cercata nel fatto che gli storici ed eruditi viterbesi, in qualche modo sono stati tutti “influenzati” da Annio da Viterbo, il più geniale e ardito falsario della storia, tanto da aver “dimostrato” che la città sia stata fondata dai discendenti di Noè, una volta scesi dalla celeberrima Arca al termine del Diluvio Universale. Seguendo le orme di Anni e sempre fedeli al potere, costoro, con le buone e con le cattive, hanno voluto far nascere Egidio a Viterbo. In questo esercizio si sono cimentati un po’ tutti. Cesare Pinzi, ad esempio, non sapendo come aggirare le prove che Egidio fosse nato a Canepina, arrampicandosi sugli specchi, è arrivato a sostenere che i suoi genitori, in particolare in padre, Lorenzo Antonini, fosse di Canepina, ma che cotanto figlio fosse indiscutibilmente venuto alla luce a Viterbo. Ovviamente senza fornire uno straccio di prova storico-documentale a sostegno del suo ragionamento.
Non è questo il luogo e lo spazio per riapre la disputa storiografica sul luogo di origine di Egidio. L’Accademia Arte e Storia di Canepina nei prossimi mesi diffonderà un approfondito studio per ribadire, per dirla con Garimberti, che Egidio è nato nel “…picciol castello del Viterbese…” e per illustrare ai suoi “compaesani” l’imponente opera culturale, religiosa e politica che ha prodotto.
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